Parliamo di Stambecchi (Capra Ibex).
Lo stambecco era praticamente estinto. Esistevano solo alcune colonie all'interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso al confine tra Valle d'Aosta, Piemonte e Francia.
Grazie alla "protezione" dei Savoia che utilizzavano il Gran Paradiso come loro riserva di caccia questo splendido animale ha potuto diffondersi nuovamente sulle Alpi e diventare, in alcune vallate, un animale selvatico "comune". Negli ultimi 2000 anni di storia l'uomo ha modificato pesantemente l'habitat nel quale viveva adattandolo alle proprie esigenze fino ad un punto di rottura che ha fatto estinguere molti animali selvatici considerati comuni in un territorio come il nostro.
Lo Stambecco e' un vero animale di montagna nel senso piu' stretto del termine. Vive, si riproduce e muore a quote e in condizioni ambientali impensabili.
La struttura gerarchica e "familiare" dello Stambecco prevede per quasi tutto l'anno la presenza di due branchi distinti per ogni comunita', uno di maschi e l'altro di femmine con i piccoli di alcuni anni precedenti.
I due branchi vengono in contatto solo durante gli accoppiamenti che prevedono "l'elezione" di un maschio dominante che si accoppiera' con tutto il suo harem (il branco delle femmine).
Alcuni momenti dell'anno sono piu' propizi per incontrare questo spendido animale e uno di questi e' l'inizio della primavera quando i branchi si abbassano anche di molto per brucare i germogli della vegetazione gia' verde nei fondovalle. Durante questa fase, che e' anche quella della muta della pelliccia, gli animali non possono certo essere considerati bellissimi presentando il tipico pelo a "brandelli" che si stacca progressivamente lasciando il posto al vello estivo.
Dove
In alcune vallate alpine adiacenti al Parco Nazionale del Gran Paradiso in cui le condizioni climatiche e ambientali ( soprattutto la scarsa presenza di famiglie di bracconieri) ne hanno favorito la diffusione, vi sono branchi di femmine e piccoli piuttosto numerosi, anche una cinquantina di capi.
Una di queste colonie e' facilmente accessibile e vorrei farvela conoscere attraverso questo articolo.
Balme (Valli di Lanzo-Torino) e' una delle culle dell'alpinismo storico nelle alpi; a pochi chilometri in fondo alla valle giace il Pian della Mussa ispiratore di grandi imprese alpinistiche e di canzoni dedicate alla montagna come "La Montanara".
Circa 200 metri di dislivello al di sopra dell'abitato di Balme, sul versante orografico sinistro della Val d'Ala, nel 1958 il Corpo forestale dello Stato fece costruire un paravalanghe in calcestruzzo per deviare le non rare valanghe che si staccavano da una vallecola laterale ed evitare l'isolamento e il danneggiamento dell'abitato.
Sempre nella stessa zona in anni recenti e' stata predisposta una palestra di roccia chiamata "Ginevre'" sulla quale si puo' arrampicare attorniati da splendide vette alpine e dai "nostri" Stambecchi che guardano con stupore questi ragazzotti coloratissimi arrampicarsi con fatica e corde su pareti che per loro sono poco meno di routine.
Quasi in tutti i mesi dell'anno il gruppo delle femmine si aggira attorno a questi due "oggetti" non molto naturalistici.
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L'escursione
Fotograficamente, la location (come dicono gli americani) e' piuttosto facile da raggiungere, ben esposta a sud (vallata est-ovest) e interessante morfologicamente presentando zone verdi alternate a rocce rosso scuro e brunite.
Uno dei migliori periodi per quest'escursione e' la primavera, sia perche' gli animali scendono a quote piu' basse per nutrirsi con i giovani germogli degli arbusti sia perche' questo fatto vi permettera' di osservare e fotografare gli Stambecchi all'interno di boscaglia che non essendo il suo habitat aggiungera' originalita' alle vostre immagini creando contrasti inediti tra il loro tipico colore bruno e il verde circostante.
Per raggiungere il paravalanghe (vero oggetto attorno al quale si snoda il percorso) si puo' posteggiare l'auto nell'abitato di Balme nei pressi dell'Albergo Camusot (in abbandono, purtroppo...), da qui proseguire su un ripido ma ben evidente sentiero con indicazioni Ginevre'/Lago Mercurin.
Dopo circa 20 minuti di ripido sentiero si raggiunge la palestra di roccia e alla sua destra il paravalanghe dietro il quale (il piu' delle volte sopra il quale...) potrete vedere i primi animali.
Il consiglio e' di piegare a destra in mezza costa appena si intravede il paravalanghe e risalire la Vallecola oltre ad esso per raggiungere il branco da valle e il piu' delle volte sottovento per non attirare troppo il loro olfatto.
Conclusioni
Il protagonista scomodo di questa location e' proprio il paravalanghe in quanto il piu' delle volte e' difficile tenerlo fuori dalle inquadrature; un'altro consiglio e' di risalire la vallecola alla mattina presto fino circa a meta' e appostarsi in un piccolo boschetto di Larici (gli unici nella vallecola) ed aspettare che gli animali nel corso della mattinata si spostino per risalire la vallecola avvicinandosi a voi. Tendenzialmente gli Stambecchi non hanno paura dell'uomo e dopo i primi bruschi scatti e i primi sibilanti fischi si rilasseranno e vi accetteranno piuttosto bene. Se siete fortunati potrete sperimentare personalmente la splendida sensazione di essere circondati dagli stambecchi e parte del loro branco.